boscimani-san-kalahari-mokoro

Popolo San (boscimani) – I custodi della terra

Per comprendere a pieno la cultura del popolo San in Namibia e scoprire i veri custodi della terra, è indispensabile esplorare questo straordinario paese africano. Quando si decide di intraprendere un viaggio nella regione meridionale del continente, il desiderio di visitare luoghi remoti e diversi è spesso accompagnato dalla curiosità di immergersi in una natura affascinante e selvaggia, spesso ammirata solo attraverso documentari mozzafiato.

Il popolo San in Namibia: i custodi della terra

Per comprendere a pieno la cultura dei boscimani (popolo San) in Namibia, Botswana e Sudafrica, e scoprire i veri custodi della terra, è indispensabile esplorare questi straordinari paesi africani. Quando si decide di intraprendere un viaggio nella regione meridionale del continente, il desiderio di visitare luoghi remoti e diversi è spesso accompagnato dalla curiosità di immergersi in una natura affascinante e selvaggia, spesso ammirata solo attraverso documentari mozzafiato.

Orgine della parola “boscimane”

La parola “boscimani” è un termine che proviene dall’olandese “boschjesman”, che significa “uomo del bosco” o “uomo della boscaglia”. Questo nome fu originariamente usato dai coloni olandesi del Capo in Sudafrica per descrivere i San, un popolo indigeno noto per il loro stile di vita nomade e le loro abilità di caccia e raccolta nelle aree boscose e semi-aride dell’Africa australe.

Il termine “Boscimani” può essere considerato peggiorativo e non accurato per descrivere il popolo San, poiché esso riflette più una percezione esterna che una denominazione interna. I San si riferiscono a se stessi con vari nomi a seconda del loro specifico gruppo linguistico, come !Kung, Ju/’hoansi, e altri. In contesti moderni e in considerazione del rispetto culturale, è preferibile utilizzare “San” per riferirsi a questi popoli, che è un termine che essi stessi accettano e che riflette meglio la loro identità e cultura.

boscimani-namibia-mokoro

I boscimani del Kalahari: i custodi della terra

I San sono un popolo indigeno dell’Africa australe, tra i più antichi abitanti dell’Africa, con una presenza storica che si estende attraverso il Botswana, la Namibia, parti del Sudafrica, l’Angola, lo Zimbabwe e lo Zambia. Queste comunità, tra le più antiche del mondo, hanno mantenuto per millenni uno stile di vita da cacciatori-raccoglitori, adattandosi alle condizioni estreme dei deserti come il Kalahari e alle regioni semi-desertiche circostanti. 

Per comprendere appieno le comunità boscimane e le loro tradizioni, è indispensabile esplorare questo straordinario paese africano. Quando si decide di intraprendere un viaggio nella regione meridionale del continente, il desiderio di visitare luoghi remoti e diversi è spesso accompagnato dalla curiosità di immergersi in una natura affascinante e selvaggia, spesso ammirata solo attraverso documentari mozzafiato.

Tuttavia, non si dovrebbe trascurare l’enorme arricchimento personale che deriva dall’interazione con popolazioni che ancora vivono in armonia e simbiosi totale con l’ambiente naturale e le sue leggi. Questa connessione con la terra è profondamente radicata nella scelta, nella tradizione, nella necessità e, semplicemente, nel modo di essere di queste persone straordinarie.

Il mio viaggio in Namibia alla scoperta del popolo San e degli Himba

Durante il mio viaggio in Namibia, ho avuto il privilegio di vivere un momento magico incontrando alcuni veri rappresentanti degli antichi popoli San e Himba. Questi incontri mi hanno permesso di immergermi nel cuore delle loro tradizioni millenarie, consentendomi di comprendere appieno il legame profondo che li unisce alla terra. Il popolo San in Namibia è una delle comunità indigene più antiche al mondo. Custodi dell’antica saggezza e dei segreti della natura, hanno mantenuto vive le loro tradizioni nonostante le sfide imposte dalla modernità.

I San sono famosi per la loro conoscenza eccezionale delle piante e degli animali del deserto, utilizzando abilmente le risorse naturali per sopravvivere in un ambiente ostile. La loro saggezza ancestrale si basa su un profondo rispetto per l’equilibrio dell’ecosistema e la conservazione delle risorse naturali. Attraverso la caccia, la raccolta e la condivisione delle conoscenze, i San hanno imparato a vivere in armonia con la terra, diventando autentici guardiani dell’ambiente circostante.

viaggi-in-namibia-mokoro

Il popolo Himba

I Himba, un altro popolo indigeno della Namibia, sono noti per la loro forte connessione con la terra e la loro abilità nel gestire le risorse naturali in modo sostenibile. Riconoscibili per la loro distintiva pelle rosata e i capelli intrecciati, i Himba hanno sviluppato una profonda comprensione delle piante e delle erbe locali, utilizzandole per la medicina tradizionale e il sostentamento quotidiano. La loro presenza e la loro cultura rappresentano una testimonianza vivente della ricchezza e della diversità della Namibia.

Il popolo San, cacciatori-raccoglitori della Namibia

Minuti e piccoli di statura, zigomi alti e occhi dal taglio orientale, carnagione olivastra che invecchia prematuramente rendendoli molto rugosi, i Khoi San vivono da oltre 20.000 anni nell’area del deserto del Kalahari, di cui una parte si trova oggi dentro i confini della Namibia. Oggi molti di loro si sono avvicinati alla cultura contemporanea ed entrano in contatto con noi viaggiatori nei Living Museums, villaggi aperti ai visitatori, dove mostrano le antiche tradizioni San e tramandano la loro ancestrale cultura. È dal racconto di un simpaticissimo giovane San, conosciuto nella mia visita ad uno di questi “musei viventi”, che ho scoperto ad esempio che l’invenzione del Braai, il tanto amato barbecue sudafricano, così come del Biltong, l’appetitosa carne secca, sono da attribuire proprio al popolo San in Namibia!

boscimani-san-namibia-mokoro

La tradizione nomade dei San

Nomadi cacciatori-raccoglitori, i San si cibavano principalmente di radici e bacche, di insetti, scorpioni, rane e serpenti e quando riuscivano a cacciare selvaggina, con trappole ingegnose, frecce e lance avvelenate, mangiavano carne o la conservavano per tempi meno fortunati. La loro capacità di adattamento ad un ambiente naturale così inospitale mi ha davvero colpito. Pensare che nelle difficili condizioni del deserto namibiano, fatto di sabbia, boscaglia e scarsissime precipitazioni, loro abbiano continuato a muoversi, cacciare, vivere per secoli, e guardare me, che per una semplice passeggiata, mi sono ben attrezzata con scarponcini da trekking, occhiali da sole e borraccia, mi ha fatto sorridere e riflettere…

Ho continuato a sorridere, anzi sono scoppiata a ridere quando, con goffi tentativi, ho cercato di riprodurre gli impossibili suoni palatali che la mia giovane guida mi invitava a ripetere. Il linguaggio del popolo San in Namibia, caratterizzato da suoni a “click”, prodotti schioccando la lingua contro il palato, i denti o le labbra, è davvero unico. Ci sono oltre 20 click diversi, che poi – incredibile a dirsi – vengono anche trascritti foneticamente usando simboli non alfabetici come punti esclamativi o barre verticali (“ǀ”) o addirittura cantati, come nella famosa “The click song” di Miriam Makeba!

L’impatto del turismo e la conservazione culturale

Nel cuore della Namibia, i boscimani del Kalahari continuano a vivere in un equilibrio delicato con la natura, tutelando le tradizioni che hanno reso questa cultura una delle più affascinanti e antiche del mondo. Tuttavia, l’incontro con il moderno mondo esterno, in particolare attraverso il turismo, rappresenta sia un’opportunità che una sfida per i San.

Turismo responsabile e sostenibile

Il crescente interesse verso le comunità indigene come quella dei San ha stimolato lo sviluppo di un turismo più consapevole e rispettoso. Come già detto,  “Living Museums” sono un esempio eccellente di come il turismo possa contribuire positivamente, offrendo ai San una piattaforma per condividere la loro cultura, pur mantenendo il controllo su come questa viene presentata e interpretata. Questi spazi offrono ai visitatori una finestra unica sulla vita della comunità dei boscimani, ma è fondamentale che siano gestiti eticamente, garantendo che i benefici del turismo ritornino alla comunità.

Conservazione delle tradizioni in un mondo che cambia

Nonostante le opportunità offerte dal turismo, la sfida di conservare un’eredità culturale tanto ricca mentre si naviga la modernità rimane significativa. Le incisioni rupestri e le pratiche rituali dei boscimani non sono solo attrazioni turistiche, ma rappresentano il cuore pulsante della loro connessione spirituale con la terra. Proteggere questi siti e pratiche da influenze esterne e dalla commercializzazione eccessiva è essenziale per mantenere l’integrità culturale del popolo San.

boscimani-san-kalahari-mokoro-1

Le incisioni rupestri del popolo San in Namibia

Mi ha molto affascinato apprendere delle numerose incisioni rupestri San che testimoniano la loro abilità artistica, e mi sono ripromessa di fare un altro viaggio in Namibia proprio per ammirare queste testimonianze lasciate a Twyfelfontain, in Damaraland e nella regione di Erongo. Ma ciò che mi ha maggiormente colpito nei racconti del mio nuovo giovane amico, è stato apprendere che il popolo San in Namibia seppellisce i morti in posizione fetale, con le ginocchia raccolte al petto, come a voler simulare un ritorno nel grembo di Madre Natura e a sigillare per sempre il legame con la severa e benevola terra che li ha sostenuti in vita.

viaggi-in-namibia-mokoro

L’eredità duratura dei San

In conclusione, il viaggio alla scoperta del popolo San e della loro terra in Namibia offre non solo un’avventura in un paesaggio straordinario, ma anche un’introspezione profonda in una delle culture più antiche e rispettose dell’ambiente del nostro pianeta. Questi “veri custodi della terra” ci insegnano il valore della connessione con la natura e l’importanza di vivere in equilibrio con il nostro ambiente. Mentre il mondo moderno avanza, è fondamentale che ci impegniamo a proteggere e preservare l’unicità delle tradizioni San, assicurando che la loro saggezza ancestrale non venga dimenticata ma continui a influenzare le generazioni future. Facendo ciò, non solo onoriamo il patrimonio dei San, ma promuoviamo anche un futuro più sostenibile per tutti.