Le Cascate Victoria si trovano a cavallo tra Zambia e Zimbabwe; il versante dello Zambia è quello in cui il fiume Zambesi si getta sul canyon, si ha una vista più ravvicinata della sommità delle cascate ma la prospettiva globale è più ristretta rispetto a quella frontale, che si può ammirare dallo Zimbabwe. L’ideale è visitarle da ambo i versanti in modo da poter avere una completa veduta d’insieme. Le Cascate furono scoperte dal missionario ed esploratore scozzese David Livingstone 150 anni fa e da lui chiamate Victoria in onore della regina. Dopo anni di viaggi d’esplorazione in Africa Australe e lungo il corso dello Zambesi, la sua determinazione lo portò a scoprire una delle sette meraviglie naturali del mondo; durante la spedizione fu aiutato dai nativi del luogo che da sempre conoscevano le cascate come Mosi-Oa-Tunya, il ‘Fumo che tuona’ (il rimbombo dell’acqua che precipita si può infatti percepire anche a molti chilometri di distanza). Alte nel loro punto massimo 108 metri, si sviluppano lungo un fronte di 1.700 (il più lungo al mondo: quello delle Niagara Falls è di 1.110 metri). La massa d’acqua che precipita è di 550.000 metri cubi al minuto, ma nel periodo di maggior capienza (da marzo a maggio), può arrivare a 5 milioni di metri cubi al minuto. La nuvola di vapore acqueo, nella massima potenza della cascate, si innalza per decine di metri sopra la voragine ed è visibile anche da 30 chilometri di distanza. Osservandone il fronte dalla parte dello Zimbabwe si possono distinguere, nell’ordine, le Devil’s Catharact (alte 70 metri), le Main Falls o cascate principali (93 metri), le Rainbow Falls o cascate arcobaleno 108 metri), la Eastern Catharact (101 metri). Uno dei panorami più scenografici si gode dal Knife Edge Bridge, che si raggiunge attraversando una passerella mozzafiato ma sicura, in mezzo a nuvole di spruzzi: oltre alla Cataratta orientale e alle Cascate principali si può osservare anche il Boiling Pot, o pentola bollente, un immenso cratere scavato su precipizi dove il fiume prosegue il suo corso entrando nel Batoka Gorge.
Dal Victoria Falls Bridge, il ponte in acciaio (che unisce le due parti della gola e commissionato all’inizio del ‘900 da Cecil John Rhodes, fondatore della Rhodesia), si può osservare il punto dove confluiscono le acque delle cataratte.
Il Victoria Falls National Park in Zimbabwe e il Mosi oa Tunya National Park in Zambia fanno parte dal 1989 del patrimonio dell’UNESCO; l’area comprende le cascate e una serie di canyon e gole create dal fiume Zambesi a valle, oltre a un tratto di fiume che le precede. Attorno alle cascate si è sviluppata nel corso degli anni una foresta pluviale, merito della vaporizzazione dell’acqua al suo precipitare. La vegetazione al di fuori della rigogliosa foresta è costituita da alberi di mopane; le specie tipiche della fauna del parco sono i rapaci come l’aquila di Verraux, il falco pellegrino, il falco Taita, la cicogna nera e la poiana sciacallo.
La scenografia delle cascate varia da periodo a periodo in base alla portata d’acqua del fiume: quando il livello è più alto le cascate sono tuonanti e colme d’acqua, questo avviene solitamente tra aprile e ottobre, con un picco a maggio e giugno quando la forza dell’acqua è immensa e il suo fragore, gli spruzzi e il vapore acqueo creano un’immensa nuvola; la violenza degli spruzzi obbliga a indossare lunghi impermeabili e a proteggere gli apparecchi fotografici; il fronte delle cascate è meno visibile. Da novembre e gennaio il livello dell’acqua è minimo, ma può essere interessante perché si ha una veduta d’insieme molto ravvicinata del fronte delle cascate ed è l’unico periodo in cui è possibile fare il bagno a ‘Devil’s Pool’, una piscina naturale che si forma ai margini della cataratta, dove potersi immergere ai limiti del dirupo, un’esperienza davvero emozionante!
Quando ci si reca alle Cascate è sempre consigliato consultare il calendario lunare: nelle notti di luna piena il parco rimane aperto e si può ammirare la bellezza e unicità dell’arcobaleno lunare!