Caratteristiche, curiosità e fragilità di uno degli animali più amati d’Africa
Con il suo passo lento e la testa tra le fronde, la giraffa è uno dei simboli della fauna africana. Questo alto mammifero affascina per il suo aspetto unico e le sue straordinarie capacità di adattamento all’ambiente selvatico. Tuttavia, questo gigante gentile è oggi a rischio estinzione.

Il mammifero più alto del mondo: una meraviglia da proteggere
La giraffa, conosciuta scientificamente come Giraffa Camelopardalis, è il mammifero terrestre più alto del pianeta. Un maschio adulto può superare i 5,5 metri, mentre le femmine raggiungono i 4 metri. Il peso? Fino a 1400 kg per i maschi, la metà per le femmine. Una presenza imponente, ma al tempo stesso silenziosa e pacifica.
Nonostante il collo lunghissimo, questo animale ha solo sette vertebre cervicali, proprio come gli esseri umani. Ogni vertebra può arrivare a misurare 25 centimetri, contribuendo a quell’incredibile estensione che permette loro di raggiungere le foglie più alte.
Le zampe anteriori, più lunghe delle posteriori, non sono solo strumenti di equilibrio, ma veri e propri alleati per la sopravvivenza: grazie a esse, infatti, le giraffe possono correre fino a 60 km/h per brevi tratti, una velocità sorprendente per un animale così alto!
Nessuna giraffa è uguale all’altra: ogni mantello, ogni disegno, ogni macchia, sono unici. Un camuffamento naturale tra luce e ombra, che le aiuta a mimetizzarsi nella savana e a sfuggire ai predatori. Un’altra meraviglia che ci regala madre natura sempre capace di sorprenderci.
Un habitat in pericolo: la casa delle giraffe tra savane e alberi
Le giraffe popolano gran parte dell’Africa sub-sahariana, e preferiscono ambienti aperti, ricchi di alberi e arbusti. Evitano le aree desertiche e le fitte foreste pluviali, prediligendo paesaggi dove possono trovare con facilità la loro principale fonte di nutrimento: le foglie.
Le giraffe si trovano a nord fino al Ciad, a sud fino al Sudafrica, passando per il Niger, fino alla Somalia. Ogni area ospita sottospecie leggermente diverse, ognuna con caratteristiche specifiche.
Tante giraffe, un’unica bellezza: le sottospecie
Ogni giraffa è un mondo a sé. Non solo per via del mantello, unico come un’impronta digitale, ma anche per la varietà di forme e colori che raccontano storie diverse, legate ai territori che abitano. Dall’estremo nord dell’Africa fino alle distese del Sud, queste creature affascinanti si sono adattate a paesaggi differenti, dando origine a sottospecie distinte, ognuna con le proprie peculiarità.
Conoscerle è un modo per avvicinarsi ancora di più alla ricchezza della fauna africana, e per comprendere quanto sia preziosa e fragile la biodiversità che la caratterizza.
Ecco le più frequenti tipologie di giraffe esistenti:
- Giraffa Masai: con macchie irregolari e bordi frastagliati, vive tra Kenya e Tanzania. È forse quella che si incontra più spesso durante un tradizionale viaggio in Africa;
- Giraffa Settentrionale: comprende varianti come la reticolata, dalle geometrie quasi perfette, o la Rothschild e la Kordofan, specie più rare;
- Giraffa Sudafricana: si distingue per le macchie più scure e ben definite. Elegante e distinta, popola soprattutto il sud del continente.

Una dieta fatta di rami, foglie e… agilità
La giraffa è una ruminante erbivora che passa gran parte della giornata a nutrirsi. La sua lingua, lunga fino a 50 centimetri è scura per proteggersi dal sole, ed è uno strumento che usa con eleganza: è in grado di avvolgerla intorno ai rami più spinosi senza ferirsi, specialmente quelli delle acacie, che è tra le sue piante preferite. Incredibilmente, può rimanere giorni senza bere: infatti questo mammifero ricava la maggior parte dell’acqua di cui ha bisogno direttamente dalla vegetazione. Solo in periodi di particolare siccità si avvicina alle pozze d’acqua, anche se questo la porta ad esporsi maggiormente ai predatori.
Durante la stagione secca, tende a riunirsi con altri individui nei pressi delle risorse rimaste, mentre nella stagione umida si disperde alla ricerca di nuove aree verdi.
Gerarchie e rituali: il linguaggio dei colli
Nonostante il loro aspetto placido, le giraffe sono animali sociali con rituali ben definiti. Il più conosciuto è il necking, una sorta di combattimento tra maschi per stabilire la gerarchia e accedere alle femmine in calore.
Si comincia con il low-intensity necking: due maschi intrecciano colli e zampe, valutando postura ed equilibrio. Se nessuno cede, si passa al high-intensity necking, dove i colpi diventano forti e netti. Talvolta nell’ High-Intensity Necking i colpi possono essere fatali.

Non è solo un’esibizione di forza: il necking definisce chi avrà la possibilità di trasmettere i propri geni, mantenendo forte la popolazione.
Vita in gruppo, nascite e prime ore di vita
Le giraffe vivono in gruppi dinamici, poligami, con interazioni che cambiano nel tempo. Le femmine, in particolare, creano veri e propri “asili nido”: una madre resta con i cuccioli mentre le altre cercano cibo, garantendo protezione e coesione. Le madri, infatti, sono pronte a difenderli con potenti calci e, per proteggere meglio i cuccioli, scelgono sempre zone aperte, dove la vista dei possibili predatori può anticipare una minaccia inattesa.

La gravidanza delle giraffe è lunga: dopo circa 15 mesi di gestazione, nasce un cucciolo di circa 50 kg. Dopo solo un’ora è già in grado di stare in piedi e camminare: un adattamento fondamentale per sopravvivere in un ambiente dove i predatori sono sempre in agguato.
Nei primi mesi, i cuccioli si nutrono esclusivamente di latte materno, osservando e imparando dai movimenti della madre e, con il tempo, iniziano a mangiare anche foglie e frutti. Nonostante le cure materne, il tasso di sopravvivenza è basso: solo il 25-50% dei piccoli arriva all’età adulta.
A rischio estinzione: le minacce che le giraffe devono affrontare
Non sono in molti a saperlo, ma oggi la giraffa è classificata tra le specie a rischio. In meno di trent’anni, infatti, la popolazione mondiale di giraffe ha subito un crollo drammatico, diminuendo di oltre il 40%. Le cause di questo declino sono numerose e spesso intrecciate tra loro:
- perdita dell’habitat: l’espansione delle attività agricole e urbane riduce lo spazio vitale;
- bracconaggio: in alcune aree, le giraffe vengono cacciate per carne, pelle o per motivi rituali;
- cambiamenti climatici: modificano la disponibilità delle risorse e spostano gli equilibri dell’ecosistema;
- predatori naturali: seppur meno minacciati da adulti, i piccoli restano esposti a leoni, leopardi e iene.
La conservazione: una sfida da affrontare insieme
Sono diverse le organizzazioni internazionali che lavorano ogni giorno per proteggere le giraffe. Questi enti si impegnano in campagne di sensibilizzazione, attività di ricerca scientifica e progetti di conservazione sul campo, spesso in collaborazione con governi locali e comunità. Tra le iniziative più concrete c’è la partecipazione al Giraffe Conservation Foundation (GCF), l’unica organizzazione non governativa al mondo dedicata esclusivamente alla conservazione e gestione delle giraffe selvatiche in Africa. La GCF opera in 21 paesi africani, promuovendo iniziative scientifiche, educative e di coinvolgimento comunitario per proteggere tutte le quattro specie di giraffa e le loro sottospecie, favorendone la sopravvivenza.
Tra le altre altre organizzazioni, il Bioparco di Roma è tra gli attori impegnati, contribuendo attivamente alla causa. Il parco non si limita ad accogliere gli animali: offre al pubblico l’opportunità di conoscere questi animali da vicino, avvicinandoli in modo rispettoso e consapevole, e svolge un ruolo fondamentale nel educando alla tutela e alla conservazione della biodiversità, soprattutto tra le nuove generazioni. Un lavoro quotidiano che unisce impegno scientifico, responsabilità etica e passione.
Curiosità che fanno amare ancora di più la giraffa
Dietro la sua eleganza silenziosa, la giraffa cela un mondo di curiosità e meraviglie che testimoniano un’evoluzione unica nel mondo animale. Il suo aspetto affascinante non è solo una questione di estetica: ogni dettaglio del suo corpo e del suo comportamento ha una funzione precisa, frutto di milioni di anni di adattamenti straordinari. Alcuni aspetti del suo corpo e del suo comportamento, poco noti ma affascinanti, permettono di scoprire quanto questo animale, spesso definito gigante gentile, sia davvero straordinario in ogni sua forma.
Alcuni di questi sono particolarmente sorprendenti:
- La lingua della giraffa dal colore blu-violaceo, lunga fino a 50 cm, le consente di afferrare con destrezza foglie e germogli, ma ha anche una funzione protettiva: il suo colore scuro aiuta a schermare i raggi solari durante le lunghe ore trascorse a nutrirsi, riducendo il rischio di scottature;
- Ogni giraffa ha un pattern di macchie unico, che la rende riconoscibile come un’impronta digitale. Questo disegno non è solo estetico: ha anche una funzione termoregolatrice, grazie ai vasi sanguigni presenti sotto ogni macchia;
- Quando deve bere, la giraffa è costretta a divaricare le zampe anteriori, una postura tanto spettacolare quanto vulnerabile, che la espone a potenziali predatori. Un gesto semplice per altri animali, ma che per lei rappresenta un vero atto di equilibrio;
- I maschi crescono più delle femmine, superando anche i 6 metri di altezza. Questa imponente statura consente loro di dominare la vegetazione più alta, ma anche di confrontarsi tra loro in veri e propri “duelli” rituali per stabilire la gerarchia;
- Le giraffe raggiungono la maturità sessuale attorno ai tre anni, un momento chiave che segna l’inizio della loro partecipazione attiva nella vita del branco e nelle complesse dinamiche sociali che regolano la loro esistenza.

Dietro ogni curiosità si nasconde un equilibrio fragile e affascinante, che rende la giraffa non solo un animale iconico, ma anche un prezioso testimone dell’evoluzione e della bellezza della natura.