DURATA | 11 notti / 13 giorni |
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A PARTIRE DA |
1825 € a persona |
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Tipologia | Guida/driver privati |
PERNOTTAMENTO | Camping wild, Hotel, Lodge |
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Partenza con volo di linea dall’aeroporto prescelto per Addis Abeba; pasti e pernottamento a bordo. Arrivo in nottata: disbrigo delle formalità doganali d’ingresso (rilascio individuale del visto turistico al costo di USD 50,00) e ritiro dei bagagli quindi trasferimento in hotel.
Hotel 4 stelle
Prima colazione
Colazione in hotel e incontro con la guida per la visita della capitale e delle principali attrazioni: il Museo Nazionale che conserva importanti reperti sabei e i resti fossili di Australopithecus Afarensis fra cui la celebre Lucy, un ominide vissuto nella valle dell’Awash tre milioni e mezzo di anni fa; il Museo Etnografico, che ospita una splendida collezione di strumenti musicali, di croci copte e le stanze dell’imperatore Hailè Selassiè; la cattedrale della Santa Trinità ed il Monte Entoto da dove si apre un panorama molto bello su tutta la città. Pranzo leggero e proseguimento della visita nel pomeriggio. Cena e pernottamento in hotel.
Hotel 4 stelle
Mezza pensione in hotel con pranzo in corso di visita
La mattina si lascia la capitale in direzione nord seguendo il percorso che dallo Shoa conduce alla regione dei Wollo. La strada, in parte asfaltata, è un continuo saliscendi attraverso verdi valli ricche di boschi di eucalipto punteggiate da piccoli villaggi dove le persone si muovono a piedi avvolte nelle tipici vesti di cotone bianco; dopo un primo tratto di saliscendi la strada giunge a Debre Berhan, dove si inerpica sino ai 3100 metri di quota fino a raggiungere il passo Terma bèr: superata la “Galleria Mussolini”, costruita dagli italiani nel 1937-38, si raggiungono la piana di Robit ed il villaggio di Senbete, dove ogni domenica al mercato affluiscono i nomadi Afar che scambiano i loro prodotti tipici con le popolazioni di montagna, gli Amhara e gli Oromo. È interessante il confronto tra i costumi di queste popolazioni: alcuni degli uomini dell’altopiano indossano sopra i pantaloni il “waya”, una sorta di abito che viene spalmato di grasso per renderlo impermeabile, mentre le donne portano tuniche dalle maniche lunghe; tra gli Afar invece c’è chi indossa un gonnellino bianco e un drappo di cotone che lasciano cadere sulla spalla, mentre le donne si distinguono tra quelle sposate e non a seconda che indossino o meno un velo nero trasparente che ne copre il seno. Arrivo a Dessè nel pomeriggio, sistemazione in hotel per la cena ed il pernottamento.
Hotel 2/3 stelle
Mezza pensione + pranzo in corso di escursione
Dopo la colazione partenza di prima mattina verso est per addentrarci nella regione della Dancalia con stop lungo il tragitto nella località di Bati per la visita al grande mercato del lunedì, anche qui le popolazioni Wollo, Afar e Oromo si incontrano per scambiare verdure, spezie e burro; proseguimento per Asayta, l’antica capitale del sultanato Afar di Aussa, punto di partenza delle esplorazioni nella Dancalia con la Piana del Sale, una delle più profonde depressioni terrestri che rivela, nei suoi inconsueti aspetti geologici, la storia della tumultuosa attività vulcanica e dei movimenti tellurici che forgiarono queste terre milioni di anni fa. Sistemazione in una struttura molto modesta, dove sono messe a disposizione piccole camere singole o doppie o, in alternativa, piacevoli terrazze sulle quali sono posti i letti, tutti coperti da grandi zanzariere.
Hotel 2/3 stelle
Mezza pensione + pranzo in corso di escursione
Visita della vecchia moschea e del mercato di Asayta, dove si radunano moltissimi nomadi che qui giungono per vendere sale, tessuti multicolori, ceste e stuoie per rivestire le capanne: è il primo vero incontro con i popoli della Dancalia. Partenza per il lago Afrera, situato a 112 metri sotto il livello del mare nel cuore della depressione dancala. Giungere in Dancalia è come approdare su un altro pianeta: cambiano le prospettive, le dimensioni dello spazio e del tempo. Il fascino di questa terra piatta e spoglia, arsa e senza ombra, solcata da miriadi di crepe aperte dal calore del sole, caratterizzata da straordinarie concrezioni saline che si colorano talvolta di mille striature, sta proprio qui, nella sua rigorosa simmetria, nella sua uniformità e desolazione. Sistemazione al campo nei pressi del lago salato Afrera, un tempo conosciuto anche come lago Giulietti.
Campeggio (tendina igloo per dormire e tenda doccia, una ogni 4 partecipanti)
Pensione completa
Possibilità di un breve percorso a piedi nei dintorni del lago Afrera, tra le grandi saline, quindi partenza lungo una pista che porta nel cuore della Dancalia. In questo territorio, considerato fra i più ostili alla vita, un popolo ha comunque saputo trovare i mezzi per sopravvivere: la Dancalia è infatti la terra degli Afar, chiamati anche Dancali o Danakili, genti di pelle nera ma con i lineamenti affilati degli arabi, allevatori di cammelli o dediti ad una povera pastorizia, nomadi in perenne movimento, mercanti di sale, fieri, orgogliosi, gelosi della propria indipendenza, vivono in accampamenti familiari formati da poche capanne, che smontano e rimontano durante le loro peregrinazioni trasportandone il telaio e le stuoie a dorso di cammello. I tatuaggi e le scarificazioni ne indicano il clan e la tribù di appartenenza. Rari sono i villaggi stanziali. Proseguimento lungo una pista che si snoda tra sabbia e lava, attraversando alcuni villaggi Afar in direzione del vulcano Erta Ale – il “Monte che fuma” -, ultimo di una catena di vulcani nella parte centrale della depressione dancala. Nel pomeriggio, quando il sole comincia a calare, inizia la salita fino alla sommità della caldera. Il dislivello è di soli 500 metri (circa 12 km) ma occorrono 3/4 ore circa su un sentiero tracciato nella lava. Il campo verrà attrezzato per la notte sulla cima del vulcano con stuoie, materassini e sacco a pelo. Al buio, solo illuminati dai vivissimi bagliori del vulcano, si raggiunge il bordo della caldera: lo spettacolo della lava in continuo movimento e del magma che sembra affiorare dalle viscere della terra è straordinario e rappresenta uno dei momenti salienti del viaggio.
Stuoie/Materassi vengono adagiati per la notte sulla cima del vulcano (questa sera non c’è la possibilità di fare la doccia e non ci sono bagni)
Pensione completa
Dopo un’eventuale ulteriore esplorazione della zona, si inizia la discesa in direzione del campo base. Dopo il pranzo partenza per la Piana del Sale. La pista, una volta lasciata l’immensa distesa di lava, passa per una pianura alluvionale dove spicca una catena di vulcani, che durante la stagione delle piogge si allaga lasciando spazio a pascoli verdi. Proseguimento per il villaggio di Vaideddu e la Piana del Sale che, quasi all’estremità nord della depressione dancala, si estende fino al confine dell’Eritrea. Qui le carovane di dromedari e muli arrivano ogni giorno dall’altopiano etiopico per tornare la sera con il loro carico di sale. Sistemazione nelle capanne afar, semplici strutture in legno e paglia all’interno delle quali sono posti dei letti.
Campeggio (tenda igloo)
Pensione completa
Al mattino presto, attraversando quello che una volta era il fondo di un mare ed ora è una pianura infinita di sale, si parte per Dallol. La “Collina degli spiriti” è alta una cinquantina di metri: qui la terra ribolle, i geyser sono in attività, le formazioni di cristalli hanno geometrie bizzarre. Sorgenti sulfuree, coni di sale creano un paesaggio quanto mai suggestivo; dalle ferite di fuoco escono pietre roventi, scie di fumo e vapori, ribollii sotterranei generano cascate saline multicolori, disegnano intarsi e ricami di ferro e di zolfo. Percorrendo a piedi un sentiero si raggiunge una distesa di colori sorprendenti: rosso, verde, giallo, alternati senza logica apparente. Rientro ad Ahmed Ela: cena e pernottamento al campo.
Campeggio (tenda igloo)
Pensione completa
Mattinata dedicata all’esplorazione della zona della cava del sale, dove gli Afar scavano solchi rettangolari sino a raggiungere lo strato più profondo dal quale sollevano i blocchi di sale che vengono poi ridotti di dimensioni tali da poter essere trasportati co l’aiuto dei dromedari. Proseguimento della visita al piccolo monte di sali di magnesio chiamato Assa Ale, il ‘Monte rosso’, un’isola formata da alcuni spuntoni di solfato di magnesio che si ergono nel lago Assale, a 116 metri sotto il livello del mare. Nel pomeriggio trasferimento a Assabole per la cena e il pernottamento al campo.
Campeggio (tenda igloo)
Pensione completa
Dopo la colazione partenza per il trekking di circa 18 km che porta a Melabiday, l’ultimo villaggio afar che sorge sul fiume Saba, crocevia delle carovane che si dirigono verso i mercati dell’altopiano o che scendono verso la depressione dancala per caricare il sale. Oggi si cammina quindi lungo il letto del fiume, dove molto spesso si entra fino alle caviglie, mentre sopra si erge il canyon con le sue pareti di arenaria rossa, alte anche 200 metri; per tutto il percorso si incrociano innumerevoli carovane sia cariche, quelle che salgono dal Dallol con pesanti barre di sale, che scariche, quelle che scendono dall’altopiano. Nelle ore più calde le carovane sostano per rifocillarsi, preparando un pane tipico chiamato “burgutta”. Sosta per il pranzo pic-nic all’ombra di un anfratto; proseguimento fino a Melabiday da dove si risale in auto per raggiungere Gheralta, porta di accesso alla regione del Tigray. Cena e pernottamento.
Hotel 2/3 stelle
Mezza pensione + pranzo in corso di escusione
Prima colazione in hotel; giornata interamente dedicata alla scoperta delle più interessanti chiese rupestri dell’Amba Gheralta. Qui fra l’VIII e il XV secolo, un esercito di scavatori e architetti, artisti e scalpellini ha realizzato un reticolo di chiese aggrappate come fortezze a montagne a volte inaccessibili: 120 chiese rupestri che sono forse il segreto meglio custodito dell’Etiopia ortodossa. Le chiese sono in genere semi-monilitiche o costruite all’interno di grotte e sono decorate da preziosi affreschi che ricoprono le pareti e i soffitti intonacati di bianco. La prima chiesa venne scoperta fortuitamente a Wukro nel 1868 da una spedizione inglese, ma è solo nel 1966 che l’archeologo Tewlde Madhin pubblica un censimento che documenta l’esistenza di ben 150 chiese rupestri, di cui tre quarti ancora funzionanti. Le chiese del Tigray anche se significative e interessanti quanto quelle di Lalibela sono assolutamente meno famose e meno visitate dalla maggior parte dei viaggiatori. In mattinata lungo il percorso inizieremo a scoprire queste particolari architetture religiose visitando due chiese rupestri fra quelle più interessanti della regione. Nel pomeriggio andremo a visitare un villaggio tipico abitato dall’etnia tigrina, con le caratteristiche capanne tukul. In serata rientro al lodge per la cena ed il pernottamento.
Hotel 2/3 stelle
Mezza pensione + pranzo in corso di escusione
Dopo la colazione partenza in direzione Mekellè in tempo utile per l’imbarco sul volo interno diretto a Addis Abeba; sistemazione in hotel con camera in day use. In serata cena tradizionale in un ristorante tipico della città, quindi trasferimento all’aeroporto e partenza con volo di linea per l’Italia. Pernottamento a bordo.
Partenza poco dopo la mezzanotte con volo riservato. Arrivo in Italia la mattina, ritiro dei bagagli e termine dei servizi.
Quota individuale di partecipazione base 2 |
€ 3.375,00
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Quota individuale di partecipazione base 4 |
€ 2.460,00
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Quota individuale di partecipazione base 6 |
€ 2.095,00
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Quota individuale di partecipazione base 8 |
€ 1.960,00
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Quota individuale di partecipazione base 10 |
€ 1.825,00
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Supplemento singola |
€ 170,00
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Gruppi superiori |
su misura
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Quota di partecipazione durante il periodo Natale/Capodanno |
su richiesta
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Quote volo su richiesta, proponiamo la miglior tariffa disponibile |
Addis Abeba, Etiopia
Desse, Etiopia
Asayta, Etiopia
Lago Afrera, Etiopia
Erta Ale, Etiopia
Dallol, Etiopia
Gheralta, Etiopia
Mekelle, Etiopia