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Etiopia storia antica e natura estrema | Viaggio nella terra dei re e dei miti

L’Etiopia, culla di antiche civiltà e terra di inestimabili tesori culturali, ha una storia straordinaria che si dipana attraverso millenni. In questa terra, miti e leggende si intrecciano con fatti storici, portando alla luce un passato affascinante che ancora oggi influisce profondamente sull'identità etiope. Dai regni antichi al periodo coloniale, l’Etiopia rappresenta un viaggio nel tempo che tocca epoche gloriose e figure iconiche come Menelik II, la Regina di Saba e Haile Selassie.

L’antico regno di Axum e la Regina di Saba

La nascita e l’espansione del regno di Axum

Il regno di Axum, nato intorno al IV secolo a.C., rappresenta una delle civiltà più avanzate e influenti del mondo antico. Situato nel nord dell’odierna Etiopia e nell’attuale Eritrea, Axum era strategicamente posizionato lungo importanti rotte commerciali che collegavano il Mediterraneo con l’India e l’Arabia, favorendo lo sviluppo economico e culturale della regione. La sua posizione tra il Mar Rosso e l’altopiano etiope permetteva un costante scambio di beni preziosi come l’oro, l’avorio, le spezie e l’incenso, rendendo Axum un crocevia di culture e un attore chiave nel commercio internazionale dell’epoca.

Il regno raggiunse l’apice della sua potenza tra il I e il VII secolo d.C., quando riuscì a espandere il proprio dominio fino al Mar Rosso, estendendosi a est fino alla penisola arabica e a nord fino alla Nubia. L’importanza economica di Axum era tale che coniava una propria moneta d’oro, segno di una società altamente sofisticata e di una solida struttura statale.

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La leggenda della Regina di Saba

Tra i miti più affascinanti legati all’Etiopia vi è quello della Regina di Saba, una sovrana misteriosa e potente che si dice abbia governato su un vasto impero con capitale a Axum. Menzionata nella Bibbia, nel Corano e in numerosi testi storici, la Regina di Saba è una figura leggendaria, la cui storia continua a suscitare dibattiti tra storici e archeologi.

Secondo la tradizione etiope, la regina visitò il re Salomone a Gerusalemme, attratta dalla sua fama di sovrano saggio e illuminato. Dalla loro unione nacque Menelik I, che divenne il fondatore della dinastia dei Negus, i re d’Etiopia. Questa discendenza diretta dal re Salomone e dalla Regina di Saba diede legittimità divina alla monarchia etiope, rafforzando il potere dei Negus per secoli. La leggenda racconta inoltre che Menelik I portò con sé l’Arca dell’Alleanza, contenente le Tavole dei Dieci Comandamenti, che sarebbe custodita ancora oggi ad Axum, nella Chiesa di Santa Maria di Sion.

La conversione al cristianesimo e il regno di Ezana

Il re Ezana, uno dei sovrani più celebri dell’antico regno di Axum, segnò una svolta fondamentale nella storia dell’Etiopia con la sua conversione al cristianesimo nel IV secolo d.C. Prima di questo evento, Axum era un regno politeista, influenzato dalle religioni del Vicino Oriente e dalle pratiche religiose indigene. Tuttavia, l’arrivo di Frumenzio, un missionario cristiano proveniente dalla città di Tiro, cambiò radicalmente il destino religioso del regno.

Secondo le fonti storiche, Frumenzio divenne consigliere del giovane Ezana e lo convinse ad abbracciare il cristianesimo. Nel 330 d.C., Ezana dichiarò il cristianesimo religione ufficiale di stato, diventando il primo imperatore cristiano dell’Africa sub-sahariana. Questo atto non solo rafforzò i legami con l’Impero Romano d’Oriente, ma diede anche inizio a una lunga tradizione cristiana che avrebbe influenzato profondamente la cultura, la politica e l’architettura dell’Etiopia. Le croci di Axum, ancora oggi simbolo di questa antica fede, adornano chiese e monumenti in tutto il paese.

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L’eredità del regno di Axum

Il regno di Axum continuò a prosperare per diversi secoli, ma la sua influenza cominciò a declinare a partire dal VII secolo, a causa dell’espansione dell’Islam nella penisola arabica e del cambiamento delle rotte commerciali. Nonostante ciò, l’eredità di Axum è ancora tangibile nella cultura etiope moderna. Le rovine di Axum, con i loro obelischi imponenti e le tombe reali, testimoniano la grandezza di questo antico impero, mentre la Chiesa di Santa Maria di Sion è un luogo di pellegrinaggio per i cristiani etiopi, che venerano l’Arca dell’Alleanza come uno dei simboli più sacri della loro fede.

L’influenza del regno di Axum e la leggenda della Regina di Saba hanno contribuito a creare i tratti distintivi del paese di oggi, rendendo l’Etiopia un crogiolo di storia, religione e cultura.

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L’impero etiopico e il periodo coloniale

La resistenza etiopica e l’indipendenza sotto Menelik II

Dopo il declino del regno di Axum, l’Etiopia rimase un simbolo di resilienza e indipendenza nell’Africa orientale. Mentre la maggior parte del continente africano veniva spartita tra le potenze coloniali europee nel corso del XIX secolo, l’Etiopia, sotto la guida del Negus Menelik II, si oppose fermamente a ogni tentativo di colonizzazione. Menelik II, salito al trono nel 1889, modernizzò l’esercito etiope e rafforzò le infrastrutture del paese, preparandolo a resistere agli attacchi esterni.

L’interesse dell’Italia per l’Etiopia si intensificò con la firma del Trattato di Uccialli nel 1889, un accordo che avrebbe dovuto garantire pace e collaborazione tra i due paesi. Tuttavia, le divergenze sull’interpretazione del trattato portarono a crescenti tensioni, culminando in un confronto militare diretto. La potenza italiana, desiderosa di creare un impero coloniale nell’Africa Orientale, pensava di poter sottomettere facilmente l’Etiopia, ma si scontrò con una resistenza determinata.

La battaglia di Adua: una vittoria epocale

La storica battaglia di Adua, avvenuta il 1° marzo 1896, segnò un punto di svolta per l’Africa intera. L’esercito etiope, guidato dall’imperatore Menelik II e dalla sua consorte, l’imperatrice Taytu, inflisse una schiacciante sconfitta alle truppe italiane. Con oltre 100.000 soldati etiopi, ben organizzati e disposti a difendere la propria terra, l’Italia subì una delle sconfitte più gravi della sua storia coloniale.

La battaglia di Adua non solo salvò l’Etiopia dall’occupazione coloniale, ma rappresentò anche un simbolo di resistenza per l’intero continente africano, diventando fonte di ispirazione per i movimenti anticoloniali successivi. Menelik II consolidò così la sua posizione come uno dei leader più rispettati dell’Africa. Dopo Adua, il trattato di pace siglato con l’Italia riconobbe l’indipendenza dell’Etiopia, sancendo la sua unicità come l’unico stato africano, insieme alla Liberia, a non essere colonizzato durante l’epoca dell’imperialismo europeo.

Addis Abeba e la dinastia di Haile Selassie

Menelik II non solo difese con successo l’Etiopia dall’aggressione esterna, ma gettò anche le basi per la modernizzazione del paese. Uno dei suoi contributi più duraturi fu la fondazione della capitale Addis Abeba, situata in una posizione strategica sull’altopiano etiope. La città divenne rapidamente il centro politico e culturale dell’impero etiope, simbolo del progresso e della forza nazionale.

Dopo la morte di Menelik II, la dinastia regnante continuò sotto la figura carismatica di Haile Selassie, incoronato imperatore nel 1930. Conosciuto anche con il nome di Ras Tafari, Haile Selassie cercò di modernizzare ulteriormente il paese e rafforzare i legami con la comunità internazionale. Sotto la sua guida, l’Etiopia aderì alla Società delle Nazioni, cercando di assicurarsi un ruolo di rilievo nel contesto mondiale.

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Haile Selassie e la lotta contro l’invasione italiana

Nonostante gli sforzi diplomatici di Haile Selassie, l’Etiopia fu nuovamente minacciata dall’Italia durante il regime fascista di Mussolini. Nel 1935, l’Italia lanciò una seconda invasione del paese, con l’obiettivo di conquistare l’Etiopia e includerla nel suo progetto di Africa Orientale Italiana. Questo evento scatenò la Seconda Guerra Italo-Etiope, durante la quale l’esercito italiano, meglio armato e dotato di tecnologie moderne, occupò temporaneamente l’Etiopia.

Haile Selassie, costretto all’esilio, si rifugiò nel Regno Unito, ma non abbandonò mai la lotta per la liberazione del suo paese. Il suo appello appassionato alla Società delle Nazioni nel 1936, in cui denunciò l’uso di armi chimiche da parte degli italiani, divenne un simbolo della lotta per la giustizia e l’autodeterminazione. La sua resilienza e la capacità di unire il popolo etiope, insieme all’appoggio degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, permisero a Haile Selassie di tornare trionfante ad Addis Abeba nel 1941, restaurando l’indipendenza del paese.

La caduta della monarchia e la nascita della Repubblica Federale Democratica

Nonostante il suo ruolo di protagonista nella storia dell’Etiopia, il regno di Haile Selassie si concluse con una crisi interna negli anni ‘70. L’insoddisfazione popolare, alimentata da difficoltà economiche e carestie, portò a un colpo di stato militare nel 1974, segnando la fine della monarchia etiope. Il Derg, una giunta militare, prese il potere, instaurando un regime socialista che avrebbe governato con pugno di ferro per molti anni.

La caduta di Haile Selassie segnò un momento cruciale nella storia dell’Etiopia, dando inizio a una nuova era politica con la fondazione della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia. Tuttavia, il ricordo della dinastia dei Negus e delle lotte per l’indipendenza rimane vivo nella memoria collettiva del paese, rendendo l’Etiopia un esempio di orgoglio e resistenza per tutta l’Africa.

Viaggiare in Etiopia: patrimonio culturale e paesaggi unici

L’Etiopia è ideale per chi è alla ricerca viaggio tra storia antica e natura estrema, di un patrimonio culturale che si differenzia dal resto del continente, lontano com’è dalle influenze islamiche e dalla moderna cultura occidentale. E’ infatti l’unico stato in Africa che è sempre riuscito a mantenere la propria indipendenza e, a parte la breve dominazione italiana, a non essere mai stato colonizzato. Gli etiopi vanno fieri della propria storia e tradizione. Già al primo impatto, camminando per strada, si ha un colpo d’occhio diverso e si nota che gli abitanti indossano tuniche bianche e non utilizzano i tessuti variopinti tipici dell’Africa centrale e meridionale.

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La resilienza del Cristianesimo ortodosso in Etiopia e le meraviglie di Lalibela

L’Etiopia ha mantenuto la propria eredità cristiana ortodossa nonostante l’adozione dell’islam da parte di tutti i paesi vicini. Il Cristianesimo giunse qui nel V secolo d.C. e, complice anche l’isolamento naturale e la conformazione del suolo che resero difficili le successive invasioni, si mantenne nei secoli entrando a far parte integrante della storia del paese. Per oltre quattromila anni, leggende e storia si sono intrecciate mirabilmente e influenzano ancora oggi la quotidianità e la religiosità etiope. Ecco perché visitare le antiche chiese in Etiopia è un’esperienza unica. La città santa di Lalibela ne è un incredibile esempio. Qui ben 11 chiese monolitiche con pianta a croce, scavate letteralmente sotto terra in blocchi unici di roccia tufica, sono uno dei nove siti iscritti tra i patrimoni mondiali UNESCO presenti in Etiopia. Ancora oggi i passaggi sotterranei che mettono in comunicazione queste meraviglie architettoniche sono utilizzati da abitanti del luogo e turisti.

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Le chiese rupestri di Gheralta: un viaggio spirituale tra le montagne del Tigray

Da raggiungere con trekking più o meno impegnativi ma altrettanto suggestive da visitare sono le chiese erette, a partire dal IV secolo, sulle montagne di Gheralta, nella provincia settentrionale del Tigray. Scavate in grotte naturali, con dipinti e affreschi risalenti a 1.000 e più anni fa, queste chiese venivano costruite in luoghi così impervi per essere difficilmente raggiungibili dagli eserciti invasori e, al tempo stesso, avvicinarsi il più possibile al regno dei cieli. Un vero gioiello nascosto che testimonia la forza della religiosità nella storia e nella cultura etiope.

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Il Parco Nazionale dei Monti Simien: un paradiso naturale per escursionisti e amanti della fauna

Nella stessa zona, nel nord dell’Etiopia, si trova il suggestivo Parco Nazionale dei Monti Simien che raggiungono altitudini comprese tra 1.900 e i 4.500 metri. Un vero e proprio paradiso per gli appassionati di escursionismo e per chi cerca itinerari insoliti. Paesaggi maestosi con picchi di rocce basaltiche che si alternato a profonde valli punteggiate da piccoli e isolati villaggi e con una ricca flora e fauna tipica della zona afroalpina: vari tipi di scimmie, come il babbuino gelada, l’amadriade, il colobo guereza, alcuni felini come il lupo etiope, il leopardo, il caracal, la iena maculata, varie specie di gazzelle, come il tragelafo striato, la silvicapra, il saltarupe, il caratteristico stambecco del Semien (o walia), e numerose specie di uccelli rari.

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La depressione della Dancalia: un viaggio nell’inferno sulla terra tra vulcani e antiche tradizioni

Gli etiopi dicono anche di avere nella loro nazione “l’inferno sulla terra” e si riferiscono alla regione del Afar, la sezione etiope della depressione della Dancalia, che si estende nel Corno D’Africa tra Gibuti, Eritrea ed Etiopia. Una vasta e desolata landa creatasi lungo una crepa nella crosta terrestre dal distacco della placca arabica da quella africana. Interessante per appassionati di geologia, in realtà questa zona tanto inospitale quanto spettacolare, affascina numerosi viaggiatori anche se non è da tutti. In quest’area, ricca di formazioni sulfuree, l’attività vulcanica è tra le più attive al mondo e le temperature vanno dai 35 ai 60 gradi centigradi. Una terra estrema quindi, in cui ha imparato a sopravvivere il popolo degli Afar, tribù nomade che nella così detta “Piana del sale” raccoglie ancora a mano il sale e lo trasporta a dorso di cammello in tutta la regione del nord per poi rivenderlo. Arrivare fin qui è compiere un viaggio nel viaggio, tra storia antica e natura estrema.

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L’eredità storica e il futuro

Oggi, l’Etiopia guarda al futuro mantenendo viva la sua eredità millenaria. Le tracce del suo glorioso passato, dalle antiche rovine di Axum alle chiese scolpite di Lalibela, si intrecciano con la determinazione di un popolo che ha sempre difeso la propria indipendenza e identità. Mentre l’Etiopia si modernizza e cerca nuove vie di sviluppo, le sue radici culturali e storiche continuano a influenzare profondamente il suo presente, offrendo ai visitatori un’esperienza unica che unisce paesaggi mozzafiato, tradizioni millenarie e una vibrante rinascita economica. Il futuro del paese si fonda su questo equilibrio, tra la ricchezza del passato e la volontà di costruire un domani prospero, mantenendo sempre vivi i tratti distintivi che ne fanno una delle nazioni più affascinanti dell’Africa.